by Andrea Melatti Andrea Melatti

“I rifiuti sono le sostanze o gli oggetti che derivano da attività umane o da cicli naturali, di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi.”  (gestione-rifiuti.it)

Sapevi che esistono anche i “non rifiuti”? Il D.Lgs. 152/2006 contiene al suo interno alcune disposizioni per l’individuazione delle condizioni in presenza delle quali alcune tipologie di materiali di risulta non vengono classificati come rifiuti.

Tali disposizioni sono essenzialmente costituite dalle definizioni di:

  • Materia Prima Secondaria (MPS);
  • Sottoprodotto;
  • Prodotto di Recupero
  • Regolamentazione del riutilizzo delle terre e rocce da scavo.

Tornando ai rifiuti veri e propri, non possono essere inseriti in un’unica sezione bensì vanno classificati:

  • Secondo le origini:
  • rifiuti urbani
  • rifiuti speciali.
  • Secondo le caratteristiche:
  • rifiuti pericolosi
  • non pericolosi.

Analizziamoli nel dettaglio.

Quando si parla di rifiuto urbano, si intendono quei rifiuti prodotti da un’abitazione, da uno stabilimento produttivo ma anche quelli derivanti dallo spazzamento delle strade, dalle aree verdi come giardini o parchi.

Sapere qual è la composizione del rifiuto urbano permette di programmarne meglio la gestione, cioè lo smaltimento e il riciclaggio.

In che senso?

Nel caso nei rifiuti urbani sia forte la presenza di frazioni combustibili con elevato potere calorifico, ci si può orientare verso l’incenerimento con recupero di calore.

La percentuale di inerti, invece, permette di orientare la quota di materiali da conferire, comunque in discarica.

I rifiuti urbani domestici derivanti da luoghi adibiti ad abitazioni civili, vengono a loro volta gestiti dalla pubblica amministrazione sulla base di contributi fiscali.

Esistono anche i rifiuti urbani pericolosi cioè

“quella serie di rifiuti che, pur avendo un’origine civile, contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze pericolose e che quindi devono essere gestiti diversamente dal flusso dei rifiuti urbani “normali”. Tra i RUP, i principali sono i medicinali scaduti e le pile.” (minambiente.it)

Parlando di rifiuti speciali, invece, ci si riferisce agli scarti derivanti da:

  • lavorazione industriale,
  • attività commerciali,
  • recupero e smaltimento di rifiuti,
  • i fanghi prodotti da trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi,
  • attività sanitarie, i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti,
  • veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti.

E’ in questo ambito che entriamo in campo noi: infatti solo aziende autorizzate allo smaltimento devono gestire e smaltire tali rifiuti.

E chi se non noi per una tale esigenza?

Il nostro obiettivo infatti è

“fornire servizi di commercializzazione di rottami ferrosi e metallici, rifiuti pericolosi e non, demolizione di impianti civili ed industriali, smaltimento e l’intermediazione.”

Non solo rifiuti speciali quindi; continuiamo a spiegare le tipologie passando da quelle legate alle origini e a quelle legate alle caratteristiche.

I rifiuti pericolosi sono così detti perché:

“non possono essere conferiti assieme ad altre tipologie di rifiuti ma che devono essere smaltiti presso appositi impianti autorizzati per non arrecare danno all’ambiente. Essi contengono alcune sostanze nocive: sono necessarie cautele sia nella fase di trasporto che nella fase di smaltimento.” (ambiente.comune.forli.fc.it)

Essi, nel dettaglio sono:

  • Pile: contengono metalli pesanti come mercurio, nichel, piombo, cadmio;
  • Farmaci scaduti: sono composti da principi attivi che possono alterare gli equilibri naturali dell’ambiente;
  • tutti i contenitori etichettati T. e/o F.: vuoti o con minimo di residuo secco, che riportano i simboli “Tossico, Infiammabile, Irritante e Corrosivo”
  • gli olii esausti: è assolutamente vietato buttare l’olio nel tombino. Questa raccomandazione vale anche per gli olii delle nostre fritture, in quanto, tra l’altro, crea seri problemi agli impianti di depurazione delle acque.

Tipologie di rifiuti che richiedono un processo particolare nello smaltimento che prevede, per esempio, lo stoccaggio che prevede sia il recupero che il deposito preliminare così come dispone l’articolo 183 del DL 152/2006.

Il “deposito temporaneo”, che spesso si trova nel sito di produzione, deve in ogni caso considerare una corretta separazione dei rifiuti e non scatenare alcun tipo di inquinamento del suolo, del sottosuolo o delle acque.

Lungo tutta la filiera di trattamento di questi rifiuti, dallo stoccaggio, al trasporto allo smaltimento, bisogna sempre prevedere un’etichettatura speciale, che deve contrassegnare anche l’area di deposito ed i contenitori in cui vengono conservati.

Dato che tutti i rifiuti pericolosi sono obbligatoriamente contrassegnati da “*”, tutti quelli privi di asterisco, possono essere considerati rifiuti non pericolosi.

A loro volta, i rifiuti, vengono catalogati all’interno del Codice europeo dei rifiuti (Cer) che classifica in capitoli e sottocapitoli ogni singolo rifiuto.

I primi codici Cer entrarono in vigore nel 2002 mentre dal 1° giugno 2015 sono entrati in vigore i nuovi codici.

Tu che rifiuti produci?

Hai necessità di smaltire rifiuti speciali e/o pericolosi?

Contattaci, ci trovi a Montesilvano in via Mascagni, 18.